7 giugno 2010

A VOLTE RITORNANO

Ognuno nel nostro Pese, soprattutto quelli nati tra gli anni '50 e '60 hanno un passato di oratorio. In particolare, in certe regioni del Nord è una tradizione che non si è persa mai. Anche solo per un attimo della propria vita, magari in modo tangente, tutti siamo passati all'ombra di qualche campanile. La maggior parte di noi poi ha preso strade diverse. Chi ha visto o sentito i Diari recitati da Marco Paolini sa di cosa parlo.
Ma c'è un senso delle cose che a volte ritornano. E allora basta un cinquantenne annoiato, un po' deluso dalla vita che si mette a costruire una catena per riannodare dei fili. E i fili si ritrovano circa 30 anni dopo all'ombra di quello stesso campanile.
Sono andato anch'io, mio malgrado. Non amo le adunanze, i ritrovi. Quel senso di storia azzerata che ammanta le feste degli ex liceali. Infatti a quei ritrovi non sono mai andato. Ma qui qualcosa mi ha trascinato. Pranzavo il mio cibo domenicale. Un amico mi ha telefonato e mi ha detto di andare che questo e quello mi cercavano. Ho finito in fretta e mi sono avviato allo scantinato adibito all'occasione. Non sono entrato subito. Ho fumato una sigaretta prima di tuffarmi un un mare emotivo di cui avevo un vago senso di terrore. Poi gli incontri. Sostanzialmente di due tipi: "Non ci credo, Enzo...sei uguale" ,oppure qualcuno che ti viene incontro con l'aria di averti visto il giorno prima e tu che gli dici: "Ti abbraccio anch'io...ma chi cazzo sei?".
Insomma storie, fatiche, immensi vuoti di vite strapazzate da altri. Un bagno di emozioni indescrivibile. Io che non ho una fisicità molto esuberante, ho subito assalti emotivi a tratti insostenibili. Ma ci sono stato dentro. Come un bagno caldo senza bolle di sapone.

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