7 giugno 2010

INSOSPETTABILE RAVE

Circa dieci anni fa sono stato padrino di battesimo di Sveva, di cui ho detto in qualche post precedente. Allora mi stupii. Non capivo la scelta dei miei amici nel volermi in quel contesto vagamente mistico che sono i battesimi, appunto. Non mi hanno lasciato scelta e mi sono prestato alla funzione. In effetti, con i miei amici prima e con Sveva e suo fratello poi, si è creato negli anni un legame speciale fatto di pochi ma densi incontri di crescita reciproca. A volte noi adulti percepiamo il fluire del tempo riflettendoci nello sviluppo di un bambino. Anche se non nostro. In quegli istanti ci vediamo i vecchi che siamo e percepiamo l'inappellabilità delle occasioni non raccolte. Per il resto è un bello stare. Giochi e risate come tu adulto non sei più abituato a fare. E si torna bambini.
Sveva è stata iscritta all'oratorio estivo e i miei amici, sull'onda del ritrovo di cui ho detto, mi hanno coinvolto. Di nuovo. Mi faccio spesso coinvolgere, mi piace che qualcuno mi trascini in cose che da solo non affronterei. Per ignavia probabilmente. Una debole forza morale e una certa mancanza di volontà sono tra le mie cifre segrete. E comunque vado.
Due giorni di salamelle, cori gospel, patatine fritte, bancarelle di tatoo, insegnamenti di cavalleria medievale, duelli con armi, karaoke. E birrra e vino a condire il tutto. Le facce dei cinquantenni, ormai molti dotati di prole, si affacciano anche in questa occasione. Sembra un rave, ma non si può dire. La musica è a palla, mancano solo gli stupefacenti per rendere la notte ipnotica. Per il resto mi pare ci sia tutto. E di nuovo mi immergo. Ritrovo alunni di mia madre. Il suo ricordo viene spesso rievocato da bocche diverse. Tutte nostalgiche di una severità di cui hanno capito il senso tardivo. Tutti riconoscenti, a dire di un tesoro prezioso che porteranno sempre con sè. Ognuno con le proprie parole, a volte con il silenzio.
In chiesa parte una specie di happening di musica tra il sacro e il profano. Testi di Mozart, Madre Teresa di Calcutta (sì ha scritto anche canzoni), Perosi, Abba in un intreccio indescrivibile di emozioni polifoniche. Sgorga lacrima furtiva sul finale dei mitici Abba appunto "Thank you for the music". La canzone mi si attacca alle budella e non mi molla. Il prete scatta foto.
I'm nothing special, in fact I'm a bit of a bore
If I tell a joke, you've probably heard it before
(NdT. Non sono speciale, infatti sono un po' noiosa
se racconto una barzelletta probabilmente l'hai già sentita)

Nessun commento:

Posta un commento