14 giugno 2010

LA VITA E' SOGNO E IL SOGNO E' VITA

Domani iniziano gli esami. Qualcuno si affaccia comunque alla scuola, in cerca di conforto psichico. Ansia a pacchi. Agli allievi sfugge completamente l'assoluta relatività del momento. Nessuno considera che la vita è un'accozzaglia di esami. La differenza è che qui lo sai. In genere, nella vita vera, nessuno te lo dice. Ma sei sotto esame di continuo. Di quelli che ti annusano prima di diventarti amici, dei datori di lavoro che ti studiano di continuo nel periodo di prova, dei genitori della tua ragazza appena lei ti presenta, delle commesse dei negozi del centro che ti misurano l'opulenza del portafoglio. Da quel loro irreversibile giudizio dipenderà l'intensità della gentilezza con cui ti serviranno. Tutto è relativo, ma è difficile spiegare. La vita è disseminata di trucchi valutativi. A scuola no, tu lo sai che ti giudicano. E allora viva Alice che nel suo mondo delle Meraviglie ha ucciso il Drago Ciciarampa ed è cresciuta per sempre.
"Mi spieghi perchè sei sempre troppo bassa o troppo alta?", dice Il Cappellaio Matto ad Alice nella versione pirotecnica del grande Burton. Alice sembra non andare mai bene, finché non sarà lei a decidere come deve essere. Solo allora avrà la statura giusta e nessuno le dirà più nulla a riguardo. Il film è grandioso, soprattutto per le giovani donne, indica la strada impervia della crescita. Al centro del film l'immaginifico potere della fantasia e il decidere di imparare a fare le cose per se stesse. Nulla è facile nella crescita, non ci sono sconti, ancora meno per le femmine. Ognuno deve incontrare prima o poi i suoi draghi, è inevitabile. Sai che prima o poi li dovrai affrontare. Oggi un esame, domani una fidanzata a cui non riesci a dire di no, la paura del buio o di una stanza chiusa. E poi ancora, la ricerca della propria autenticità, una "moltezza" che Alice ha perso per strada e che deve ritrovare se vuole crescere davvero.
"La scelta è solo tua, non si vive per accontentare gli altri", spiega paziente la Regina Bianca ad Alice. E dunque deve essere lei a scegliere, a volere affrontare ed uccidere il Drago. Non può essere la semplice nemesi indicata dal Memorium (un magico scritto che descrive la rivincita della Regina Bianca sulla Regina Rossa) a far decidere Alice che è pronta ad uccidere. E' solo lei infatti che, al termine della sua iniziazione di crescita, sarà in grado di farlo. Solo allora dunque sarà pronta, perché ha capito che a volte occorre fare anche quello che va contro i principi che ci siamo o ci hanno dato. E riguadagnare se stessi.
Il film indica in modo preciso anche gli strumenti per crescere: fantasia e creatività, trasgressione dall'ordine costituito imparando a porsi domande, la logica e la razionalità come metodologia di pensiero, anche se onirico.
E non a caso la Regina Bianca è a capo di un esercito di pezzi scacchistici, mentre quella Rossa comanda un banale e caotico mazzo di carte. Vince il gioco degli scacchi contro il caso cieco e fallace del fare senza il senso convincente di un mazzo di carte. Non per fatalità il Bianco è il primo a muovere sulla scacchiera. E' la regola del gioco. La ragione vince il caos e in qualche modo gli conferisce una forma nuova a partire dalla prima mossa appunto, che è quella del pensiero.
"Ho una malattia si chiama fantasia: porta quasi all'eresia è considerata pazzia…" confida il Cappellaio Matto turbato ad Alice. Ma lei non si spaventa e ricorda come anche lei ebbe quel dubbio da bambina. Alice da piccola in ansia dopo il suo ricorrente incubo notturno domandava al padre: "Credi che io sia diventata matta?"
"Temo di sì,- le rispondeva il papà - sei pazza, folle, assolutamente svitata, hai perso la zucca... ma ti svelo un segreto: tutti i migliori sono matti!".
Il seme di una lucida follia si è acceso ormai per sempre in Alice. E diventa necessità esistenziale andare oltre il limite che la spinge, tornata nella vita vera ormai donna cresciuta e consapevole, a lasciare il fidanzato e a intraprendere un viaggio per mare verso mete inesplorate.
Vorrei tanto che le mie ragazze fossero un po' più come Alice e meno bimbeminkia, come a volte purtroppo vedo che si ostinano a essere.

ps. Nel testo riferisco di una pergamena magica che ho, erroneamente, chiamato Memorium. Nel film invece Burton lo chiama Oraculum. Certi lapsus risultano in ogni caso interessanti.

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