24 agosto 2010
SCRIVERE
Sono un uomo fortunato. Ho tutto ciò che voglio. Certo, non ho grandi desideri. Tetto sulla testa, abiti caldi con cui ripararmi, scarpe adatte, cibo se ho fame. Acqua si trova sempre. Altra cosa sono le necessità, i bisogni. Per qualche insano motivo ho bisogno di scrivere. I potenti mezzi tecnologici moderni mi offrono questa opportunità, una volta insperata. In anni passati la scrittura la riservavo a noiosi temi scolastici o a fogli privati. Talvolta lettere ad amici. La scrittura, o meglio il bisogno di esprimermi con annotazioni personali, mi accompagna da che io abbia ricordi. Appena incominciai a leggere fu immediato buttar giù pensieri e idee. Ho ritrovato di recente vecchi fogli di compiti elementari. Tenerezza e sbigottimento. Le correzioni degli insegnanti, le note a margine dei testi, le correzioni personali o del maestro. Tutto parte di un cammino di crescita aperto. E' spaesante ritrovarsi uomini fatti ancora in quelle righe. Vento gagliardo; oggi l'America è ricca e produttiva; raccogliere castagne si dice fare la castagnata. Da adulti si ha uno sguardo sulle cose diverso, non necessariamente più maturo. Prediligo mettere su foglio, anche digitale, piuttosto che parlare. Da sempre. Bambino schivo, riservato fino allo spasimo, timido neanche a dirlo. La dimensione della scittura mi apre il varco che non so guadagnarmi nelle relazioni personali, mi compensa. E mi fa stare bene. Le esperienze, la vita in genere, con cicatrici più o meno profonde, segnano tutti. Uomini e cose. Il dire, attraverso la parola scritta, libera, acquieta e dà pace. Chiarifica e compensa. Canalizza energie altrimenti compresse, purifica pensieri confusi, finché non prendono forma sulla carta. La narrazione infatti appartiene a molti, altra cosa è buttar su carta pensieri, emozioni, istanti di vita. Ho la presunzione di saperlo fare, né meglio né peggio di altri. Lo faccio e nel farlo so che mi espongo, mi metto in luce e mi faccio scovare. Non sempre questo mi piace. Ma più forte è la necessità di scrivere che il timore di essere scoperto. Tanto non mi trovate.
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