Nel mio vacuo tempo libero imbratto tele imbarazzanti. Una bellissima scusa per accedere a negozio debito e imbandito come una tavola natalizia. Lo gestisce una giovane con il cugino. Segue lei i miei acquisti imperfetti e senza dottrina apposita. Fa da guida tra matite, pennelli, polveri sottili come seta colorate da mille e una notte. Ha anche una polvere di lapislazzulo, pietra vera. Costa un botto. Ma è bello sapere che c'è. E se c'è puoi. Mentre bilancio l'acquisizione di una nouance di verde acquamarina, mi guarda fisso. Mi dice che tra un anno non sarà più al negozio.
Andrà a Boston perchè ha deciso di avere un bambino. Ha laggiù la sua compagna. Docente di economia presso locale blasonata università. E' già in carico a prestigiosa struttura ospedaliera locale che la seguirà nel percorso di fecondazione assistita. Mentre parla la osservo. Ha occhi languidi e innamorati, come pochi se ne vedono ormai. La ringrazio per la confidenza di prezioso segreto. Mi dice che aprirà là negozio omologo. Potrà scegliere il sesso del bambino. Il donatore è un irlandese e lei sarà la portatrice. Non vede l'ora. L'orologio biologico incalza. Le faccio tutti gli auguri del mondo. Mamma coraggiosa, donna forte, indomita sognatrice con radici ben piantate per terra. Il figlio sarà femmina. E' possibile scegliere. Sarà una donna meravigliosa. Nata libera in paese accogliente, affrancato e uso a realizzare desideri impossibili. Vien voglia di migrare. Le dico che a settembre le porterò il ritratto di sua figlia. La immagino. Capelli di rame, occhi verde o azzurro oceano. Forse qualche rada lentiggine. Lei è bellissima, la figlia non sarà da meno. Mi disegno in testa la bambina dei sogni. Ho un brivido di emozioni miste.
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