
La prima testimonianza dell'esistenza di un molossoide in compagnia dell'uomo è un bassorilievo Assiro, antico di 2500 anni, che raffigura un cane di grossa mole con arti possenti e struttura leonina. La pelle si raccoglie in pliche e pieghe sul collo e sulla testa. Nel prodotto artistico è tenuto da un uomo molto piccolo in proporzione e porta in mano un bastone, che probabilmente vuole consapevolizzare lo spettatore riguardo al carattere dell'animale. Le prime notizie scritte riferibili alla razza sono da ricercare nelle citazioni del Canis Pugnax pesante, l'antico molosso romano impiegato nelle arene contro le belve, ma anche nella guardia alle ville di campagna. Una variante leggera veniva impiegata dalle legioni come cane da guerra, ma era un animale versatile, usato anche nella caccia alla grande selvaggina, nella conduzione delle mandrie e per la difesa personale.
Inizialmente vennero mantenute le denominazioni "cane 'e presa", "molosso italiano", "cane mastino", "cane corso", poi attorno alla metà degli anni '60, venne stabilita (forse a seguito di pressioni da parte delle organizzazioni cinofile locali) la denominazione di "mastino napoletano". Abbiamo anche una rappresentazione di un antico mastino da guerra, di enormi dimensioni, in una tavoletta risalente all'850 a.C. ritrovata presso Ninive e conservata al British Museum. Diversi autori dell'epoca imperiale (ricordiamo Gratius Falsicus nella sua opera intitolata Cinegetica) testimoniano però di come i legionari furono impressionati dall'incontro con i cani delle isole britanniche i Pugnaces Britanniae, i progenitori dell'odierno Mastiff. Alcuni ritengono che tali molossi furono portati oltremanica 500-600 anni prima dell'invasione romana dai mercanti fenici, che li avevano avuti dagli assiri, mentre secondo un'altra ipotesi i mastini sarebbero giunti sulle isole assieme alle popolazioni dei Celti, attorno al primo millennio a.C., ma anche in questo caso i cani sarebbero stati acquisiti grazie agli scambi commerciali con il Medio Oriente. Inizialmente impiegati come temibili ausiliari in battaglia, ma anche nella caccia alla grossa selvaggina, vennero poi portati sino a Roma a combattere nei circhi, ed apprezzati al punto da incaricare un ufficiale apposito (denominato appositamente Procurator Cynegii) al loro reperimento.
La razza fu in tempi moderni perfezionata dall'allevatore Mario Querci, con lo storico allevamento. Oggi la razza in Italia e nel mondo è molto diffusa anche se, inevitabilmente, si tende a privilegiare una selezione impostata sull'esasperazione dei caratteri estetici, con una deriva verso l'ipertipo, pesante e poco reattivo. La razza che ha conservato maggiormente le caratteristiche dell'antenato comune, grazie al relativo isolamento, è il mastino del Tibet.
Carattere forte e leale, non ingiustificatamente aggressivo o mordace, difensore della proprietà e delle persone ha sempre un comportamento vigile, intelligente, nobile e maestoso. I colori preferiti sono: grigio, piombo e nero, talvolta con piccole macchie bianche al petto e alle punte delle dita, nonché il mogano, il fulvo e il fulvo cervo. Tutti i mantelli possono essere tigrati. Sono tollerati il nocciola, il tortora e l'isabella. E' la razza più indicata per la difesa della proprietà. E' possibile assegnargli in custodia un qualsiasi territorio, certi che lo proteggerà e non ne varcherà mai i confini e certi che nessuno potrà mai penetrare nella sua zona di dominio. Può essere definito una "sentinella armata". Allo stesso tempo è un cane affettuoso e struggente con le persone alle quali è affezionato, con il proprio padrone e con la famiglia che lo accoglie. Il mastino napoletano non deve mai essere abituato ad attaccare o a difendere perchè si confonderebbe la sua vera natura. Pertanto sono false e ingiuste le storie che vengono raccontate sulla sua razza. Se si rispetta la sua natura caratteriale, lui non attaccherebbe mai senza una giustificazione precisa. Il molosso ha necessità di un compagno che lo indirizzi in maniera corretta e semplice verso quelle che saranno le sue attività, con una educazione che non deve mai essere basata sulle punizioni bensì sulla pazienza perché in generale si tratta di cani molto sensibili. Con una corretta educazione si avrà un cane capace allo stesso tempo di proteggere e di giocare con il suo padrone. Questa categoria di cani infatti è recentemente balzata alle cronache italiane per alcuni casi di aggressione, cosa che ha portato il governo ad inserirne una buona parte in un emendamento in cui si rendono obbligatori guinzaglio e museruola in tutte quelle occasioni in cui il cane sia a contatto con altri cani o persone, ad esempio i giardini pubblici. Precauzione presa che non ne conferma una naturale aggressività, ma atta piuttosto a prevenirne i danni limitatamente in relazione alla loro stazza, che li rende obiettivamente più pericolosi di altri più piccoli.
- La fotografia ritrae un cucciolo di mastino spagnolo. Quello napoletano, in età adulta, mi pare troppo impressionante da proporre. Anche in effige.
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