13 agosto 2010

OGGETTI

(Il mio è molto più piccolo. Anche il colore è diverso)
Parto anch'io alla fine. Non lontano. Una settantina di chilometri mi separeranno da casa. Si può fare. Viaggio leggero. Uno zaino limitato mi accompagna. Certo mi attende luogo attrezzato. Due magliette di cotone e due paia di pantaloni americani. Uno va l'altro viene. Intimo qb. Calze, taccuino e scatola tascabile di colori. Agenda sempre presente, a segnare appuntamenti e impegni che non ricorderei in altro modo. A settembre si riparte. E' vicino e le questioni di scuola esigono un minimo di impegno previo. Che consiste in un paio di letture estive del tutto casuali. Porto con me anche oggetti inutili che qui non voglio rammentare. Perchè poi. Doppia domanda si intende. Alcuni dei miei, oggetti voglio dire, producono un rumore come di campanellini. Fanno compagnia e imprimono suoni divertenti in situazioni impreviste. Quella piccola confusione corsara fa sorridere anche me. Porto anche i nunchaku da bunkai (è arma da studio, costruita in rattan ricoperto in gomma morbida). Non fanno male ad una mosca, ma allenano il corpo per nuove fatiche invernali. "E' bene non mettere in stand by il fisico" - sentenziò ultima lezione il sensei. Proseguì con una cosa molto marziale: "La pausa non va bene per chi si allena a karate. Fare pausa è da deboli". Punti di vista. Comunque ho i compiti delle vacanze. Pare che i miei polsi non siano abbastanza snodati, sicchè le spalle mi si irrigidiscono nei movimenti. L'allenamento mi aiuterà a sciogliermi. Spero. Vado in montagna. Occorre vestirsi pesanti. Preferisco le villeggiature montane. La gente è costretta a esibire i corpi in misura contenuta. C'è meno carne al vento, più attenzione alle scarpe che porti che alle braghe che indossi. Le donne poi sono vestitissime. Bello immaginare più che vedere squadernato senza pietà nè fantasia. Il mare, è noto, è bello d'inverno. Porto anche un paio di felpe pesanti e una maglia di magica microfibra. Lo zero termico è sempre in agguato a certe altitudini. Aggiornerò quando posso e non so se potrò. Non posseggo pc. E' una delle questioni che devo risolvere al rientro. L'ho segnato sull'agenda. Altrimenti l'ineffabile patagonico di Internet Point rischia di avermi come cliente fisso per sempre. Meglio di no. Il per sempre mi atterrisce. Domani grandi pulizie e riordini. La casa infatti è una specie di campo di battaglia. Sarò schiavo di me stesso per mezza giornata almeno. Tanto ci vuole per rendere una parvenza di abitabilità a qualcosa che assomiglia ad oggi ad una tana. Farò il possibile. So già che al rientro avrò ancora molto da fare. La casa in cui si abita è una specie di gorgo marino. Occorre fare molta attenzione a non finirci dentro. Si rischia di non uscirne mai più. Sono più sensibile alla pulizia che all'ordine. Quest'ultimo poi è questione delicata e soggettiva. Di contro, credo di avere vedute molto larghe. In genere. In ultimo, porto anche un anello che produttori elvetici garantiscono segni emozioni. Risulta assai mutevole. Questo lo sapete già.

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