
In ogni caso, la notte in montagna è stupefacente. Il sonno non mi accompagna, così sto con il buio. In realtà è un blu profondo. Dalla mia finestra a losanga aperta per il fumo non vedo la luna. L'astro sta dietro la casa, posso intuirlo. Ma il suo giallo illumina i monti, ne vedo l'ombra chiara sui prati sottostanti. Si crea un chiaroscuro seducente, tra l'ombra giallognola degli alberi del limitare del bosco e le opacità più scure degli alberi e delle montagne circostanti. Il verde scuro dei fianchi delle montagne diventa blu oltremare profondissimo, meno blu gli alberi. Quel colore segreto permea tutte le cose. Sto su un altopiano oltre i 1000m di quota. Intorno ampie faggete e pini radi silvestri ammantano montagne poco conosciute. Davanti alla casa che mi ospita resiste un pascolo. A breve, sarà abitato da mandria d'alpeggio. Razza particolare e tenace, resistente al freddo delle notti fino alla festività dei morti.
La notte comincia da lontano. Tramontato il sole, si affacciano poco dopo stelle infinite. Non le conosco, sicché paiono più fascinose e brillanti. Un selvatico torrente poco lontano ritorna rumore d'acqua rotta da sassi e un vento fresco fa stormire frasche sparse in disordine intorno. Uccelli notturni si rinviano versi da alberi lontani. La sera, due piccoli pipistrelli scartano sulla mia testa. Passano radi il prato in cerca d'insetti. Mangiano al volo e ricominciano di nuovo la loro caccia cieca. Nel buio brulica vita e si può quasi ascoltare la linfa che scorre. Dalle radici ai rami, negli insetti, lungo gli steli nei prati. Chi è spettatore di questo miracolo naturale percepisce un'indefinitezza che comprende tutte le cose. Ci si sente in pace.
Essere sensibili a tratti è gran cosa. Perlopiù impegnativa ed estenuante. Obbliga a vestiti sociali d'acciaio. A tener pronte armi difensive sempre affilate, a porre paletti invalicabili. Solo in questo modo si custodisce se stessi o quello che ne resta. Una natura sensibile è penetrabile in ogni momento da qualunque cosa e da chiunque. Un gesto, uno sguardo, un tono di voce sbagliato, arrivano come saette che entrano senza scampo. Di solito sono guai. Ma questa è un'altra storia.
- Notte stellata, Vincent Van Gogh, 1889 - Museum of Modern Art New York
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