Qualche mese fa ho proposto ai miei allievi una poesia di De Luca. Chi ha voglia cerchi il post. Avevo anche chiesto ai medesimi, dopo letture e riflessioni in lungo e in largo, di riscriverla con parole loro. Non posso per ovvi motivi riportare i loro scritti, tutti indiscutibilmente struggenti. Ma posso proporre il mio, dato che anch'io riscrissi con loro. Mi è saltato fuori lo scritto dal baillame casalingo. Chiaro segno degli dei che vada divulgato.
Valore
Considero valore ogni forma di vita, il mare, l'albero, il ragno.
Considero valore la terra, i fili d'erba dei prati.
Considero valore un boccale di birra finchè si è insieme, un gesto inavvertito, la forza di chi nel dolore respira, due giovani al primo amore.
Considero valore i dolori di tutti.
Considero valore non buttare il pane vecchio, riparare un calzino, evitare l'insulto, rispondere a chi chiama,
chiedere se non disturbi prima di parlare a chi non conosci
provare commozione e piangere senza sapere perché.
Considero valore sapere accendere una fiamma senza fiammiferi, capire il calore del fuoco prima che la legna bruci.
Considero valore il primo viaggio di un ragazzo, la vocazione del prete, la pazienza delle donne, anche se insensata.
Considero valore l'uso del verbo crescere e l'ipotesi che esista qualcuno oltre le stelle.
Vorrei avere capito questi valori quando li ho incontrati sulla mia strada.
Ma so che non ho abbastanza occhi e cuore per comprenderli davvero.
(Liberamente tratto da Valore, Erri De Luca, in Opera sull'acqua, Einaudi 2002)
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