11 agosto 2010
FINE DI STAGIONE
Temporale maestoso e fulgente. Spazza via brandelli di estate che aleggiano ancora sulla città sfinita. Bellissimo. Già all'alba nembi plumbei di nerofumo si addensano all'orizzonte. Montano come panna grigia a riempire il cielo. Nelle prime ore della mattinata il finimondo. Acqua a rovesci imprecisi e consistenti per almeno due ore. Piove ovunque in modo selvaggio e incostante. Un vento gagliardo e scomposto fa da complice al muro d'acqua che scende senza tregua. Odore di terra riarsa che accoglie acqua. Sembra di stare in campagna tra filari immaginati di viti. Si rovesciano le persiane sventatamente lasciate aperte. Le pensiline dei negozi aleggiano e si gonfiano come lanterne al vento. I radi passanti si raggruppano sotto tettoie improvvisate. Qualcuno è già fradicio. La temperatura va giù di botto di 10 gradi e più. L'aria è fresca e si capisce che il caldo torrido dell'estate è già ricordo. Se il calore di fine estate tornerà, non sarà più la stessa cosa. Aspetto già cieli azzurri di settembre. E' l'unico momento in cui la città concede cieli colorati. Se capita di toccare l'acqua di una pozzanghera risulta tiepida. A proiettare quello che d'intorno crea il paesaggio urbanizzato. Case, tetti, macchine in sosta. Tutto è più pulito e terso. Se si intravvedono da lontano alberi, se ne possono contare le foglie. L'aria è respirabile e fresca. Vado a casa a tirare fuori abiti autunnali.
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