9 agosto 2010

LEONARD BERSTEIN NON COPIA

Odo musica latina proveniente da oltre il muro di cinta di un parco urbano. Amo i parchi. Sembrano smpre in attesa di me che li percorro. La sensazione è affascinante. Qualcuno che aspetta me. Sempre. Penso più densamente a tutte le copie che girano di quel motivetto vagamente ossessivo. Penso che tutti copiano. Lo si fa di continuo, anche senza accorgerci. A volte, qualcuno chiede aiuto che prestiamo con tutti noi stessi; ma rubiamo un'idea, un'intuizione qualunque e ne facciamo merce. Così per abitudine. Il confine tra la mano tesa e l'utilizzo a volte è sottile in maniera davvero implicante. Io stesso ho copiato per l'esame di ammissione a casta ristrettissima di professionisti nostrani. Ho comunque pagato caro prezzo all'orale. Tutto si tiene alla fine. Il risultato deve dare in ogni caso zero. Una giovane di eletta borghesia del mattone mi passò il tema da svolgere. Lo presi a traccia e ne inventai uno tutto mio. In cui potevo in qualche modo trovarmici. Il mio svolgimento ebbe una valutazione più favorevole del suo. Imbarazzo inarginabile. La base di questo giochino da dilettanti fu comunque, è innegabile, una copia. Si copiano quadri famosi, i miei allievi appena possono i compiti in classe, gli adolescenti il leader del gruppo. Bene che va si fà copia dal vero. Gli adulti si fanno preferibilmente sedurre da immagini plasticate di gente famosa. L'immagine ci rende sempre molto sensibili. Le donne cercano copie omologhe di personaggio tenebroso e bellissimo, interprete di non so quale serie filmica. Pensano di sposarsi o cose del genere. Noi uomini invece cerchiamo copia della bionda del momento. C'è sempre una bionda del momento. E un clone è sempre in agguato per noi. Sempre che assomigliamo al tenebroso di cui sopra. Una copia appunto. Le band più o meno esperte producono cover, copie per l'appunto. A seguire, i teen ager ballano copia di danze fornite da emittente televisiva appropriata al target. Gli asiatici, si sa, sono maestri nel copiare tecnologia fine. In Europa invece, ci dilettiamo a scimmiottare modelli a stelle e strisce. Si copia talvolta in modo ossessivo, il modo di vestirsi, profumarsi, il taglio dei capelli. Non si osserva pressocchè nulla in giro che non sia stato visto almeno 73 volte o giù di lì. Le copie non si contano mai con precisione. Sono copie appunto. Se ne perdi una hai l'altra.

La fotografia in b/n ritrae Leonard Bernstein con la sorella Shirley nella Stanza Verde al Carnegie Hall dopo lo spettacolo con la Filarmonica israeliana - Marzo 1951.

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