12 luglio 2010
SCACCHI
Nel 1952, durante un discorso all'Associazione scacchistica dello Stato di New York, il pittore Duchamp afferma: “…obiettivamente una partita a scacchi somiglia molto a un disegno a penna, con la differenza che il giocatore di scacchi dipinge con le forme bianche e nere già pronte, invece di inventare le forme come un artista. Il disegno che si ottiene in questo modo sulla scacchiera non ha, apparentemente, un valore visuale estetico, ed è piuttosto simile a uno spartito musicale che si può suonare più volte. Negli scacchi la bellezza non sembra un'esperienza visiva come nella pittura. La bellezza degli scacchi è più vicina a quella della poesia. I pezzi sono l'alfabeto stampato che dà una forma ai pensieri, e questi pensieri, pur formando un disegno visivo sulla scacchiera, esprimono una loro bellezza "astrattamente" come una poesia. Io credo veramente che ogni giocatore di scacchi provi due piaceri estetici insieme, prima quello dell'immagine astratta simile all'idea poetica di scrivere, poi il piacere sensuale dell'esecuzione ideografica dell'immagine sulla scacchiera. Sono stato in stretto contatto con artisti e con giocatori di scacchi e sono arrivato alla conclusione personale che mentre tutti gli artisti non sono giocatori, tutti i giocatori di scacchi sono artisti”.
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