1 luglio 2010

PERDERSI

E' estate. La città è un cantiere a cielo aperto. Una viabilità vietata mi obbliga a cambiare le solite strade percorse. Mi perdo, nella ricerca sicura di strade alternative che non trovo. E' una strana sensazione. Non conosco la città e le vie inusuali mi appaiono strade di luoghi stranieri. Mi sento un turista per caso. Vado in direzioni che mi sembra di riconoscere, ma continuo a perdermi. In più, questo inedito itinerario mi ha costretto a un viaggio allargato oltremisura. Alla fine sto in macchina quasi tre ore. Già vengo da fuori.
Sto in un labirinto e la sensazione non dispiace. Il tempo si dilata in una dimensione poco usata e le case rinviano paesaggi ignoti. Le persone bighellonano con i loro cani in quartieri residenziali di poco prezzo. Anche gli animali non sembrano di razza. Edifici senza balconi, con finestre anguste, rinviano alle periferie di certe capitali mittleuropee. Proseguo il mio andare e alla fine ritrovo ambienti noti. Nel frattempo, anche il pensiero è volato in meandri in ombra. Da tempo non pensavo a piccoli dettagli del passato. Nella luce eccessiva di una mattina ormai inoltrata, appaiono invece nitidi come finestre spalancate. Peccato. Mi ci stavo facendo la bocca (detto toscano ad indicare prenderci gusto). Ora la scuola è vicina.

*Labirinto - Maurits Cornelis Escher (Leeuwarden, 17 giugno 1898 – Laren, 27 marzo 1972)

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