
28 luglio 2010
ENCHANTED WORLD
Si pensi a un mondo possibile. Fuori dal caos delle aree urbane del globo. Fuori dai borghi odorosi di storia. Dai ghiacci e dai deserti. Fuori dai luoghi comuni. Dai cartelloni pubblicitari. Dai cinema e dalle chiese. Dalle foreste, dai monti e dai mari, così come li conosciamo. Si pensi a un mondo di caldi piumini. Dove tutto appare attutito, senza spigoli, senza rumori assordanti. Un pianeta quasi tondo fatto di coperte adatte, un patchwork di colori e forme, preferibilmente pastello. Gli alberi di trapunta, ma anche animali e cose, nascono a batuffolo per poi dispiegarsi nella sera, sotto un cielo di coltrone, nella loro forma definitiva. Che è di trapunta. Anche le case e i loro interni sarebbero soffici come nuvole. Le persone si scambierebbero sguardi da visi paffuti e morbidi. I pesci dei mari di trapunte celesti sarebbero perlopiù pesci palla di cotone imbottito. Di miriadi di colori, nuoterebbero lì, tra scogli morbidi e flutti inesistenti. Le onde non provocorebbero alcun rumore assordante. Solo come di qualcosa di cedevole che si piega più volte per essere riposta. Poi le stelle. Piccoli puntini serici in un cielo cobalto e leggero, nel buio delle notti. La luna di trapunta gialla rischiarebbe con luce naturale il piumone dei mari sottostanti. A codesto chiarore anche quegli astri fantastici godrebbero di luce riflessa. Nel giorno che sorge, albeggia un sole giallo limone di trapunta che scalderebbe sì, ma con un calore moderato e giusto. Il cocente caldo dell'equatore richiamerebbe un ricordo lontanissimo e i ghiacci di trapunta azzurrina sarebbero meno freddi.
Il fluire delle stagioni sarebbe segnato da silenziosi mutamenti notturni del colore delle cose e delle forme di vita. Verrebbe la neve. Piccoli fiocchi di cotone cadrebbero a formare una coltre celestiale su cui giocare. Sarebbe freddo e ci si coprirebbe con piumini imbottiti di mille colori. Nessuno avrebbe un brivido. Mai.

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