Torno alle lezioni di karate. Bel clima. Fuori si prepara
tempesta perfetta (è titolo di film tradotto in italiano, diretto da Wolfgang Petersen nel 2002). Arriverà di notte. La città per allora dormirà. Chi si allena sente l'umidità dell'aria. Si suda più intensamente, ma la temperatura si è abbassata piacevolmente. I corpi sudano freddo. Oggi lezione essenziale di
kobudo. Il
Kobudo di Okinawa usa varie armi tradizionali, per lo più di origine contadina. Nel
dojo si studia il
Kobudo di Okinawa appunto. Sono trascurati il Kobudo giapponese e il Kobudo delle scuole Ninja inteso come
Arte antica del guerriero. Le armi utlizzate come detto sono numerose. Per ciò che concerne il
Kobudo di Okinawa, oggi spesso s'incontra assimilato all'interno delle scuole tradizionali di
jujutsu. E' insegnato l'utilizzo di attrezzi agricoli come armi. In realtà, una gran quantità di arti marziali utilizza armi. Non è innovazione. Spesso si tratta di tecniche desuete. Si pensi ad esempio alla
Escrima, conosciuta anche come
Kali, antica arte di combattimento filippina. L'Occidente si balocca più volentieri con
judo, aikido, kungfu o altre arti diffuse. Che siano di movimento o meditazione, non ha importanza. Le scuole europee non escono volentieri dal conosciuto, che è anche il più richiesto dal mercato della difesa personale. Anche dallo sciocco desiderio di
passare cintura.
Prime notizie dell'
Escrima si hanno nell'epoca delle iniziali conquiste coloniali. Quei viaggi seguirono alle scoperte dei nuovi mondi attuate da noti navigatori agli inizi del '500. Quando i conquistadores iberici approdarono nelle Filippine, trovarono ad accoglierli tribù agguerrite. Usavano armi tradizionali per difendersi. Ferdinando Magellano ad esempio, venne ucciso nella battaglia di Mactan del 1521 dal venerato capotribù
Lapu-Lapu. Lo stesso Pigafetta ce ne fornisce notizia nel suo diario di bordo. Scrive come gli indigeni uccisero Magellano e molti dei suoi uomini con lance e con specie di scimitarre. Li fecero suppergiù a fette. Dopo la conquista, gli spagnoli vietarono l'utilizzo dell'arte marziale indigena. Rimase comunque occultata diabolicamente nelle danze e nei rituali popolari. Gli spagnoli volevano sostituirla con scherma spagnola. Cocciutaggine iberica. Evidentemente non ce l'hanno fatta. Sicché il
kali nella sua versione moderna è giunto fino a noi. Anche se con chiara infuenza spagnola che non si è potuta evitare. Il
Kali-Arnis-Escrima non si è evoluto in senso sportivo come altre arti marziali. In particolare, si pensi alle tecniche giapponesi e cinesi. Ha mantenenuto invece una certa impronta bellicista dovuta alla sua origine. La particolarità dell'
Escrima è che l'allievo principiante comincia lo studio dell'arte marziale imparando ad usare le armi da subito. Solo in seguito si passa al combattimento a mani nude, applicando tecniche e tattiche di combattimento apprese con le armi. Il più di altre arti marziali cominciano invece sviluppando il combattimento a mani nude; prima di passare, là dove siano utilizzate, alle armi. Secondo i
sensei filippini avere la disponibilità di un'arma, pone in vantaggio durante un combattimento. Inoltre, è da considerare che utilizzare un'arma focalizza l'attenzione e velocizza i movimenti. Si apprendono movimenti che si dimostrano utili anche nello scontro disarmato e vitali in caso si fronteggiasse a mano nuda un avversario armato. Non ci si riesce a difendere da certe armi, come un coltello, se non si conosce a propria volta come usarle. Se non si ha un'arma a disposizione, il corpo stesso deve diventare un'arma. In questo senso una parata diventa, agita, una prima forma d'attacco. Presentarsi totalmente e autenticamente inermi è cosa di altro mondo. Si potrebbe dire da
guru. Per chi crede che abbiano una qualsivoglia valenza.
L'arma più diffusa per cominciare l'apprendimento dell'
Escrima è il bastone in
rattan (si ricava dal giunco di bambù. Si ottiene asportando la parte superficiale della pianta). Nella lingua autoctona è chiamato
olisi, baton, o con altri termini ancora. A seconda dello stile. Lungo quanto il braccio di un allievo, varia dai 45 ai 70 cm. Altri bastoni usati per l'allenamento è possibile siano realizzati con legni più resistenti e duri del rattan. Sono usate anche aste d'alluminio o costruite con plastiche molto resistenti. Si comincia con l'imparare il combattimento con due armi, che possono essere due bastoni, due coltelli o un bastone e un coltello. Altre armi tradizionali possono essere il bastone lungo, il bastone da pugno il
pocket stick, la lancia, lo scudo, la frusta e il
nunchaku. Queste si aggiungono alle classiche armi da taglio filippine di medie dimensioni simili a quelle malesi:
bolo, kampilan, barong, kriss. Quest'ultimo è descritto da Salgari ne
I misteri della giungla nera. Anche ne
I pirati della Malesia, mi pare che che l'autore ne parli. C'è di mezzo la setta dei
Thugs della Tigre dell'India. "Se la Tigre dell'India è furba, quella della Malesia non lo sarà meno. Vieni, Yanez" (cap.II, da
Le due tigri, Salgari 1904).
bolo - specie di machete
kampilan - arma da taglio con lama assottigliata verso l'impugnatura
barong - arma da taglio con lama a foglia leggermente curvata all'interno
kriss - arma da taglio con lama serpeggiante. Esiste anche in diverse dimensioni. In genere, più piccolo.