29 aprile 2010

VIA SMS

I ragazzi vivono appesi ai loro cellulari. E' una protesi, fa parte di loro, un'appendice che li tiene uniti al mondo. Il telefonino è la loro voce nell'universo. Con il cellulare si iniziano timide relazioni via sms, si litiga, si fa pace, ci si fidanza. Poi finisce tutto e si apre la tragedia. Tragedia che dura una media di due giorni e mezzo. Si scrivono messaggi telegrafici, spesso si insultano, ne fanno una questione di orgoglio. Qualcuno tenta di porre paletti, ma il mezzo è pervasivo.
Con i nuovi modelli tutto è possibile. Riprese, fotografie, scaricare musica dal pc e altro che non so. Il cellulo è sempre acceso, sempre attivo. Vivere senza sarebbe impossibile per questa generazione di proletariato digitale. Anche se la sensazione è che lo utilizzino non solo in modo bulimico, ma anche in modo inopportuno. C'è chi si fa ritrarre nel bagno della scuola in atteggiamento provocante, con abiti inesistenti. Non è meraviglioso a vedersi. Lolite di 15 anni che si fingono donne di strada. Per chi o perché poi.
Ok ti mando un file di musica.

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