13 aprile 2010

FINGERE

Parlo poco, ascolto ancora meno. Soprattutto in classe, quando quello che i ragazzi dicono l’ho già sentito mille volte da mille ragazzi diversi. Sono stanco, sempre più spesso faccio fatica. Mi stanca alzarmi la mattina, per essere in classe alle 8.00 in punto. Mi stanca il vocio degli alunni, dalla mattina alle 14, senza soluzione di continuità. Mi stancano i colleghi, anche loro stanchi. Mi stancano i discorsi, sempre gli stessi, sugli allievi, che presentano sempre gli stessi problemi.
Però ho imparato a fare finta, così per sopravvivere. Faccio finta di ascoltare e faccio finta di essere pimpante e pieno di energie per dare entusiasmo ai ragazzi che sono sempre apatici. Faccio finta di ascoltare i colleghi e fornisco risposte vaghe, buone per tutte le stagioni. Loro sembrano soddisfatti. Faccio finta di occuparmi degli allievi, che invece cerco di dimenticare in fretta per non portarmi a casa i loro problemi e le loro preoccupazioni.Insomma vivo. D’altronde, avvertiva Moravia, quando non si è sinceri bisogna fingere, a forza di fingere si finisce per credere; questo è il principio di ogni fede.

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