20 aprile 2010

LE VEDI PASSARE

F. fa il giro delle aule, annunciando che non verrà più a scuola. Tento debolmente di dissuaderla. In realtà, se non viene più fa un regalo a tutti i colleghi e forse anche a me. Però dispiace vedere ragazze, non stupide, sbandate, senza una modalità relazionale praticabile, senza un riferimento. E tu sei impotente. Le vedi passare, chi un mese, chi tre o quattro, chi addirittura arriva fino quasi alla fine dell'anno. Per annunciare che lasciano, mollano, non ci stanno dentro. Tu sospiri e segni un pezzo di fallimento che è tuo, ma anche di chi ha collaborato a far diventare una quindicenne un avanzo di galera, prima ancora di vedere la galera vera. In questa cosa, a costo di sembrare retorici, ci stanno un po' tutti. Ci stanno le famiglie, spezzate, senza un lavoro decente, senza un orizzonte da guardare, senza quella cultura necessaria al vivere con meno scossoni possibili. Ci stanno gli insegnanti ipocriti delle medie inferiori che mandano avanti, senza filtro, senza insegnare, buttando fuori dalle aule chi non segue e regalando licenze inesistenti. Ci stanno i centri di aggregazione giovanile che non esistono, i quartieri periferici abbandonati da qualunque presidio sociale. E certo ci sta la tv, con i suoi grandi fratelli, gli amici di plastica, i soldi facili, il fitness e la bellezza dei corpi a tutti i costi. Ci sta un'immagine sociale della donna italiana tornata indietro di 20 anni. Oggi una ragazza, percepisce che se riuscirà nella vita, lo dovrà innanzitutto a una grande botta di culo, e poi al proprio culo e alle tette che possiede. Trucco e parrucco, ca va sans dire.
Triste, ma così.

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