26 aprile 2010

TRA LA PIOGGIA E IL SOLE

La settimana scorsa sono andato al compleanno di un amico. Ha fatto la festa presso una comunità di recupero per tossici. Mai posto fu più azzeccato. Tutti si sono divertiti. I bambini, su un improbabile prato all’inglese, si sono rincorsi fino a sfinirsi. Un cane del luogo ha sbranato tre palloni per gioco. Le donne sciamavano come api sui fiori, nei loro vestiti da pomeriggio, mostrando una falsa noncuranza. Il buffet era ben assortito e le chiacchiere si incrociavano senza sosta. Le feste mi frastornano. La gente guarda ma in realtà non vede niente. Mi estraneo dai gruppi che si vanno formando e faccio una passeggiata per la tenuta che si trova in una zona di campagna, non lontano dalla città.
Il paesaggio che si osserva intorno porta serenità e quiete. C’è anche una bella sensazione di sicurezza che emana da questo luogo particolare. Le ampie vetrate degli ambienti fanno filtrare una bella luce solare e calda. In fondo tutti cerchiamo un luogo sicuro, che ci dia riparo nelle difficoltà della vita. Cerchiamo tutti una sicurezza che non sappiamo darci da soli. Siamo come panni stesi tra la pioggia e il sole, non siamo mai né completamente asciutti né fradici. Camminiamo sotto una perenne pioggerellina primaverile, che ci bagna ma non ci inzuppa quasi mai.

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