I giochi sono finiti. Le vacanze, quello spazio vuoto riempito spesso di nulla, stanno al termine. Per me, se avete letto, è stata occasione di riflessione e contemplazione in ambiente montano. Sono contento di rientrare; la stasi, il riposo non fanno per me. Se mi lascio troppo solo con me stesso, peggiora in un istante la mia indole solitaria e meditabonda. Divento insopportabile. Gli amici mi scartano. Credo facciano bene. La vita è già abbastanza complicata, senza che qualcuno lo sottolinei di continuo. Inoltre, mi risulta facile l'aggressione e la lettura dei comportamenti altrui. Pecco di presunzione e credo sempre di aver capito chiaramente ciò che è solo frutto di un mio pensiero non sempre lucido. A volte, esprimo le mie elucubrazioni o, a seconda dei casi, i miei deliri, in modo brusco. Trascuro la sensibilità di chi mi sta intorno. Sono un disastro nelle relazioni e la pago di continuo.
In ogni caso, il lavoro che mi aspetta mi aiuta. Socialità, contatto con colleghi e giovani studenti mi riportano ad una dimensione accettabile. Imparo ogni giorno qualcosa e metto a punto diversi vestiti sociali adatti. Se mi considero con occhio esterno, ho davanti un uomo di mezza età schivo e gentile. Persino solare. Raramente aggressivo. Molti mi dicono che ispiro fiducia e sicurezza. Potenza dell'immaginazione. O forse davvero nei giorni buoni do quest'impressione. E a volte mi ci sento anche, sicuro e fidato intendo. Con i ragazzi poi il rapporto non presenta grandi difficoltà. Sono anzi un'occasione per non scordare com'ero da giovane. E' importante non dimenticare o, a seconda dei casi, tirare fuori un ricordo al momento giusto. La memoria, i ricordi, sono una traccia importante della nostra storia nel mondo. Ci definiscono. Ci permettono il cambiamento. Tutte le adolescenze paradossalmente, viste con sguardo adulto, hanno spesso tratti comuni. Perciò risultano rassicuranti. Pur nella diversità dei percorsi e delle esperienze. Il corpo cresce e cambia, la personalità è ancora in formazione, generando le insicurezze di sempre. Idee poche e confuse. Non eravamo tutti così? Spesso però lo si dimentica. Il ricordo di quando eravamo ragazzi sfuma per sempre. E' come se fossimo nati già grandi.
4 settembre 2010
RIENTRO
Etichette:
adolescenza,
blog,
insegnamento,
pedagogia attiva,
psicologia età evolutiva,
ricordi
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento