15 settembre 2010

LETTURE ESTIVE

Non disprezzate la sensibilità di nessuno. La sensibilità di ognuno è il suo genio - Charles Baudelaire

Arrivano. Sparsi come nugoli di mosche a fine stagione. Già stanchi ancora prima di iniziare. Sono gli allievi della scuola professionale dove insegno. Un altro anno formativo è cominciato. Un altro di fatiche spese a fare non sempre si sa cosa. Li accogli. Con la tua faccia rassicurante e modi zen che interpreti da anni. Ci si crede talmente che si pensa che quell'apparenza appartenga davvero. Forse è così. La dimensione della quiete, della pace, dell'armonia dell'ambiente è quella che sento che più mi appartiene. Non sempre è possibile agirla o riscontrarla intorno. A scuola ad esempio, è difficile. I ragazzi sono perlopiù sguaiati, rissosi, parlano a voce alta e gridano. Anche solo per salutarsi. Riportarli a dimensione di vita più civile è spesso cosa ardua. Con il pretesto di fornire brandelli di conoscenza, si fà. In una classe propongo un test d'ingresso banale. In breve il compito è esaurito. Correzione collettiva a cui faccio seguire domande su presunte letture estive.  Risposte imbarazzanti. F. si avvicina alla cattedra, perché parlare davanti a tutti la mette in imbarazzo. Ha orecchini lunghissimi che terminano con un'enorme farfalla, una profusione di braccialetti di mille colori  e forme le riempie i polsi. Una collana con un grosso cuore di porcellana  adorna il collo sottile. Trucco leggero e piercing al naso concludono l'insieme. Mi dice che ha iniziato a leggere Se questo è un uomo. Non è riuscita a concluderlo per l'ansia che le procurava. Ricorda di quando la scuola media ha organizzato una gita in Germania. Tour dei campi di sterminio compreso. Anche allora era stata male. La ascolto e le suggerisco di sforzarsi ad andare avanti nella lettura intrapresa. La vita è fatta anche di questo. Non abbiamo più a che fare con i campi di sterminio o con possibili deportazioni. Ma. E poi mi fermo. Non so più come dirle che comunque l'esistenza è a tratti assai complicata. Meglio iniziare ad avvicinarla nei libri, se possibile. Prima o poi a tutti accade qualcosa di poco spiegabile, che colpisce come fucilata. Un lutto, una perdita, una malattia, un qualcosa che può assumere forme diverse per ognuno. Ma ognuno di noi sa. Cosa fà più male, cosa arriva davvero a massacrare il cuore. E allora che si fà. Conoscenza, cultura, risorse intellettuali spese a fronteggiare un'onda anomala che colpisce inesorabilmente. Occorre uscirne, pena la morte esistenziale. Non sempre è facile. Per alcune sensibilità, come quella di F. che mi fissa con sguardo acquoso, forse è impossibile. Mi sforzo di indicare sentieri, percorsi praticabili per affrontare la vita e le sue sicure difficoltà. Parlo di teatro e maschere. Non riesco a dire quanto sono convincente.

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