10 settembre 2010

PROSPETTIVA

A scuola faccio il giro dei locali. Sembro un cane che annusa angoli conosciuti. Usuale sigaretta alla finestra del fumoir. Rivedo il fiumaccio che scorre dalla città verso un fuori che non so dov'è. Nella luce settembrina non sembra così inquinato come il solito. Nei pressi di uno degli orti familiari, riconosco il lavandino che il proprietario ha cercato di tirare in secco prima dell'estate. E' ancora lì, immerso nell'acqua, ricoperto di melma verde. Altri dettagli, prima non evidenti, si stagliano contro la mattina inoltrata. Un lampione, un manichino di donna sospeso di traverso, giochi per bambini che non so identificare. Oltre le cose, riconosco  un albero di fichi con frutti quasi maturi. Riappare l'anziano, oggi è vestito. Il caldo non incalza più. Con gli abiti pare più giovane e spende energie a mettere a posto aiuole di insalata e altri ortaggi. Porta un cappellino con visiera blu e pare un addetto al pit stop in qualche circuito secondario. Ha energia, movimenti lesti e definiti. Nessuna incertezza fa trapelare l'età avanzata. Si muove con perizia tra i bassi ortaggi coltivati. La mano è sapiente di chi conosce la terra. Il lavandino può evidentemente attendere. Oggi raccoglie insalata e pomodori maturi. Da altre finestre invece si può vedere un condominio con piscina. Pare di avere avuto accesso ad altro pianeta. Invece ho solo cambiato l'infisso da cui osservo.

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