2 settembre 2010

ASSEMBLEA GENERALE

Con bell'abito d'acciaio faccio comparsa a convention aziendale. Sul palco Direttore, Presidente, Specialisti si alternano in chiacchiere pubblicitarie. Colpisce l'accademico di turno. Finto casual sotto mascella volitiva, sguardo e volto da furetto. Fa scalpore un anello con pietra grande come uovo di quaglia all'anulare della mano sinistra. Snocciola numeri e statistiche, mostra grafici sobri e noiosi, dichiara con enfasi trattenuta teorie sul lavoro di stampo sociologigo. Quando finisce intervento, il suo sguardo percorre la sala in cerca di caviglie sottili e scollature procaci. Non ha che da scegliere.
Il partèrre è variegato. Molte le donne. A ridosso delle vacanze, bellissime e raggianti. Altre, dimesse e bruttine, stanno in posizione defilata. Quasi si vergognano della loro presenza in quel luogo di uomini di potere a grancassa di qualcosa che a loro sfugge. Quelle belle invece sfoggiano abiti estivi e pantaloni attillati, su figure asciugate da ampie abluzioni balneari. E' uno spettacolo per gli occhi. Arrriva in vistoso ritardo bellissima di turno. Capelli ricci, lunghissimi e rossi. Con sussiego, ondeggiando dolcememte su pericolosi tacco12 si adagia in prima fila. Corrono sguardi di intesa tra lei e il Presidente al tavolo dei conferenzieri. Gli uomini sono meno sgargianti. Riguadagnano la loro presenza scenica tra chi disserta. Sono solo maschi. In coda agli interventi, due giovani donne in posizione gestionale, riempiono la coreografia con parole inutili. In sala, gli astanti sono sfiniti. Dalle 9 alle 14 con un breve intervallo per il bagno o la sigaretta. Poche schiene dritte, il più piegato in onde indefinite.

Nessun commento:

Posta un commento