Ho due ore in prima. Entro con finto entusiasmo e scrivo alla lavagna tre banali tracce di svolgimento per un tema. L'idea è di salvare più culi possibili. Non ambisco a bocciare nessuno. Capisco che l'aria è carica. D. e G. sono particolarmente irrequiete. Si aggiunge B. che inizia ad inveire e urlare ragioni a me sconosciute. E' un attimo. Dal nulla si definiscono in meno di tre minuti due clan, agguerritissimi e incazzatissimi uno contro l'altro. Non capisco l'oggetto della contesa, ma richiamo al tema, all'importanza di recuperare i voti precedenti. Più di metà classe ne avrebbe bisogno. Voce nel deserto. Le ragazze urlano, si caricano una con l'altra con frasi irripetibili. A un certo punto, devo frapporrmi tra due che si minacciano fisicamente. Obbligo a sedersi. Il frastuono proveniente dalla mia aula è infernale, tutti nella scuola stanno sentendo. Il montare della questione si fa incontenibnile, nessuno svolge il tema. Chiamo la collega a cui piace intervenire in casi come questi. Nessun effetto positivo. La rabbia sale. Sopraggiunge il preside che fa un sentito sermone alla classe sulla necessità di eseguire il compito richiesto. Parole al vento. Infine spedisco le più accese in aule con colleghi con l'ora libera. Sparpaglio il gruppo e riprendo la situazione in mano.
Sono passate due ore. Il tema non è stato svolto da nessuno. Il preside nel sentito sermone ha detto che non si potrà farlo in altro momento e fioccheranno gli nc. Io trasgredisco e dico che vedremo la prossima lezione. Dentro di me so già che darò un'altra chance.
19 maggio 2010
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento