25 maggio 2010

NO ALFA MALE

Non sono un cacciatore, nè un capobranco. Non indico le strade, non governo il gruppo. Amo le femmine, ma non aggredisco per la conquista. Non lotto per nessun obiettivo di supremazia, non spargo il seme dove capita. Non segno il territorio, nè introduco barriere per difenderlo dagli intrusi. Certo, le donne le guardo, ma è un occhio stanco e particolare quello che mi appartiene. Amo il gesto, le giunture, il dettaglio. In particolare, osservo le caviglie e i polsi. Mi piacciono quei cenni leggeri che solo le donne sanno avere. Sono un ladro di sguardi furtivi. Non amo che mi si veda mentre osservo. Il mio occhio non si ferma più del dovuto. Sono già altrove. Non ingaggio lotte per vedere chi ce l'ha più lungo. Non esibisco il mio lavoro, non me ne vanto, non faccio pesare la mia cultura nella seduzione. Disprezzo quelli della mia specie che con lo sguardo spogliano, indagano e come fosse dovuto, insistono nella richiesta visiva. Detesto lo sguardo arabo, per intenderci, che è anche molto italico, con il presuntuoso alibi che le donne amano essere guardate in quel modo.
Non lo penso. Credo che sia uno stupro non perseguibile. Nessuno dovrebbe guardare un essere umano come una preda da cacciare, un potenziale trofeo da esibire, una conquista obbligata. Forse non sono abbastanza uomo. Ma sono io.

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