18 maggio 2010

DOLORI

Il dolore assume diverse forme. Passa sui volti e nei cuori di queste esistenze ferite senza che nessuno se ne accorga. I ragazzi nemmeno si rendono conto, ma il dolore impasta le loro vite, le scarnifica senza riuscire a dare loro un senso. E' dolore il fidanzato che se ne va con un'altra, che picchia, rompe setti nasali. Ma viene insensatamente riaccolto. E' dolore la figlia che non sorride mai, perché non ha elaborato il lutto per la perdita del padre. Vedi il dolore disarginato della madre che in colloquio ti racconta come la figlia in una sera di pioggia abbia preso la bici e sia corsa al cimitero per vedere dalle inferiate chiuse la tomba del padre, almeno da lontano. Le lacrime le scorrono incontenibili mentre parla. Sai che anche lei non ha elaborato la perdita del marito. Percepisci l'amore che li legava. E' dolore tenuto a bada da forze sconosciute quello di una collega che si sta separando dal compagno, ma che nonostante tutto è in aula, fa lezione e sorregge i ragazzi che piangono per le loro tragedie quotidiane: una borsa sottratta, uno sguardo sbagliato, una parola di troppo.
Il dolore è in noi, intorno a noi, ci passa accanto ogni momento, ci attraversa. Non abbiamo risposte, ma siamo qui.

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