Odore di vacanze pasquali. Euforia a stento contenuta nelle classi e nei corridoi. Penso a Grigori Perelman il monacale genio russo della matematica che ha dimostrato la congettura di Poincaré. Sta riflettendo se accettare o meno un premio da un milione di dollari messo in palio dall'Istituto di matematica Clay di Cambridge, negli Usa. Certo sono pensieri. I miei allievi venderebbero la madre per molto meno. C'è l'idea che i soldi risolvano, fanno svoltare e non ti devi più girare indietro a vedere da dove vieni. E' fatta. Ci sarà invece un perché questo oscuro scienziato traccheggia, ha un dubbio, tentenna davanti a tanto bendidio. E vive di rape e broccoli.
Dichiara di essere contento ad aver risolto l'enigma matematico a cui ha lavorato per molto tempo. Poi ha messo in rete in forma sintetica i risultati delle sue analisi. Altri studiosi hanno riempito 2000 pagine di calcoli e soluzioni intermedie per arrivare a dire che Greg aveva ragione.
Mi piace che esista qualcuno che lavora fuori dagli schemi, non cerca onori e si nutre dei risultati del suo lavoro. Non succede quasi mai nei meandri accademici, nelle nostre università sedute sulla loro opulenza sociale e sul loro potere culturale che, sebbene non conti quasi nulla, è pur sempre potere.
Leggere queste news rincuora, è come fare una gita in montagna in giornata e per un po' respirare aria fresca.
31 marzo 2010
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