22 marzo 2010

PERIFERIE

Spesso scuole come questa sono poste nelle periferie delle aree metropolitane. Napoli, Roma, Milano, Torino, Bologna, Genova, Palermo...in fondo non è importante dove siano costruite. La fauna che si trova è più o meno quella, con qualche sfumatura per i dialetti o i gerghi utilizzati. Anche i docenti, anzi i formatori, hanno più o meno la stessa storia ovunque. Storie di miserie professionali, frustrazioni esistenziali, consuetudine agli psicofarmaci o ad annose psicoterapie. Volti grigi, vagamente depressi, età indecifrabili dentro abiti fuorimoda e stipendi ridicoli anche solo per pensare di poter sognare. I relitti dell'insegnamento incontrano i relitti di una società che non sa dove mettere il disagio delle periferie e l'abbandono precoce dell'obbligo scolastico. Anzi no. Questa è la soluzione. La scuola professionale. Mettiamo a posto la coscienza di tutti, politici buonisti e comunità europea che soffia sul collo dell'establishment politico per l'innalzamento dell'istruzione nella vecchia Europa. Avviamo al lavoro i fancazzisti, i border line, i ggiovani che la scuola sanno loro dove mettertela. Quelli che il sogno americano non l'hanno mai avuto, ma sanno benissimo che se ottengono una comparsata in tv è fatta. Ciao a tutti e divento famoso. La scuola non fa parte del progetto. E' la società dell'immagine bellezza. L'immagine è tutto. Ma anche i soldi non guastano.

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