2 novembre 2010

FALSI FILOSOFICI

La mia vita è eroica, e non si può valutare con un metro da filisteo o con il cubino del bottegaio, né con una misura proporzionata alla gente comune, che non vive altra esistenza se non quella individuale, limitata a un breve lasso di tempo. Per questo non devo turbarmi se penso a quanto mi manchi ciò che fa parte della regolare vita dell'individuo: ufficio, casa, vita sociale, moglie e prole. L'esistenza degli esseri comuni si risolve in questo.
Arthur Schopenhauer

Invece gli eroi sono intorno a noi. E non li vediamo. Quelli che giorno dopo giorno, si alzano, si vestono, si sfiniscono al lavoro. A volte la loro vita sociale è così inesistente che un monaco certosino sembra abbia vita più dinamica e interessante. Non ci sono soldi, tutto va nelle spese fisse per vivere in una città che chiede molto e dà pochissimo. E poi i figli, pozzi senza fondo di altro denaro e moglie che spesso non ha un lavoro. Stanno in piedi a fatica, si traballa e si cerca di non mollare. Non tutti ce la fanno. In classe alcuni allievi sono orfani. E' come se il denaro costituisse una specie di cuscinetto anti depressione che molti non posseggono. O forse si è abituati a standard da mondo opulento e tanti si sentono poveri anche con tre televisori. Quanto conta la cultura in questo gioco per la vita non è dato a sapere. Spesso si rincorre come parte di uno status sociale necessario a farci sembrare migliori degli altri. Andare al cinema, in vacanza, semplicemente fuori porta è per molti invece un miraggio. Si sta a casa a lessarsi il cervello con una tv spazzatura che di più non si può. Leggere è fatica e dopo una settimana di corsa il più ha voglia solo di riposare e non pensare a nulla. Immagino ci sia un disagio sociale più intenso di quello che appare. Non sembra così diversa la vita dei professionisti che saltano da un briefing all'altro, prendono aerei al volo per non perdere un incontro irrinunciabile. Spesso mantengono due famiglie, la seconda costruita sui cocci della prima.  Intorno ai 50 anni è come se improvvisamente il velo che ha coperto gli occhi si squarci e renda edotti della fine che attende. Si teme sia vicina e alcuni fanno cose di cui forse si pentiranno anche, ma nel frattempo le fanno comunque. C'è chi a 50 anni ricomincia con i pannolini, non contento evidentemente dei figli che ha già. Ma perché poi. Forse è solo la pioggia incessante di questi giorni che  fà leggere solo l'opacità del chiaroscuro che è intorno. Per il chiaro attendo il sereno.